In distribuzione il nuovo numero. L'editoriale del Presidente

In distribuzione il nuovo numero. L'editoriale del PresidenteVAR in campo:
diminuiti gli errori,
aumentata la serenità


In un recente incontro, con le società di Serie A, abbiamo tracciato un bilancio dei primi mesi in cui è operativo il progetto VAR. Su 900 casi, sono stati fatti 5 errori, e possiamo dire che va decisamente meglio delle previsioni.
Il Var rende sereno l'arbitro: sa che se gli capita un errore c'è qualcuno che lo corregge. Siamo ancora in fase sperimentale, ma deve comunque essere molto chiaro che l’arbitro in campo resta centrale e resterà tale.
Su questo “sviluppo tecnologico” la FIGC e l’AIA stanno investendo molto. A Coverciano, per esempio, è stata realizzata una sala VAR, sarà utilizzata anche da delegazioni straniere che verranno in Italia per imparare. Bisogna incoraggiare lo “strumento”.
Ormai siamo in grado di poter dire dopo soli 4/5 mesi di applicazione e comunque dopo il girone di andata che i risultati sono positivi. È uno strumento fa giustizia e gli arbitri lo utilizzano con grande entusiasmo.
La Fifa e l'Uefa ci prendono come esempio da esportare perché l’Italia sta diventando, dal punto di vista arbitrale, un punto di riferimento nel mondo.
È ovvio che bisogna prendere l’abitudine al mezzo elettronico, deve esserci una sinergia tra l’arbitro in campo, il VAR e l’operatore che fornisce le immagini. Ma giornata dopo giornata stiamo affinando la preparazione della nostra squadra che è probabilmente la migliore al mondo.
Tornando ai dati, il VAR analizza sempre tutto: i gol regolari, fuorigioco, scambio di persone e in 900 casi analizzati, ha quasi sempre lasciato correre perché era corretta la decisione dell’arbitro, in 70 di questi casi, il VAR ha interloquito con l’arbitro in campo e in 20 occasioni ha cambiato le decisioni del campo.
Questa sperimentazione ha restituito serenità negli stadi, si sono ridotte di molto le proteste e questo è importante anche per le società che non vedono più calciatori squalificati per proteste, perché adesso tutti aspettano e accettano le decisioni.
Non ci sono più le entrate temerarie e sono aumentati del 35% i calci di rigore perché le telecamere vedono tutte le trattenute. La soddisfazione più grande è che tutto il mondo ci guarda e non guardano solo gli arbitri bravi, ma i comportamenti, gli stadi, i rapporti con i calciatori, guardano gli allenatori e il calcio italiano sta facendo una grande figura.
Siamo sulla buona strada.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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