Gavillucci e il ruolo delle emozioni nell’essere Arbitro

Sezione di Prato

Gavillucci e il ruolo delle emozioni nell’essere ArbitroSi è tenuta Giovedì 1 Febbraio la Riunione Tecnica Obbligatoria che ha avuto come ospite l’Arbitro della CAN A Claudio Gavillucci della Sezione di Latina. Dopo le presentazioni da parte del Presidente Tommaso Di Massa, la parola è subito andata al nostro ospite che ha espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa del Comitato Nazionale che porta gli arbitri, assistenti e dirigenti nazionali nelle varie Sezioni in Italia. Egli ricorda come quando ha iniziato questa grande opportunità non c’era sottolineando il piacere che trova nel poter trasmettere ai giovani quello che è il suo vissuto arbitrale. Claudio ha presentato il tema della serata che, visto il ricorso del Settore Tecnico a video di episodi, sarebbe stata incentrata sugli aspetti psicologici che entrano all’interno di una gara e come essi entrino anche nell’aspetto tecnico. Egli ha evidenziato tre fasi dell’apprendimento: il sapere, acquisito durante il corso arbitri, il saper fare, sviluppato con il corso delle partite arbitrate, e il saper essere, intesa come la crescita di ognuno che porta al caratterizzarsi per ciò che si è. Quest’ultima fase è quella che differenzia ogni persona, anche nel caso in cui dovessero dover fare la medesima azione all’interno del terreno di gioco. Nella parte centrale del suo intervento Gavillucci si è soffermato sui concetti di Intelligenza Emotiva e sulle Emozioni. Il primo concetto è da intendere come la “capacità di tollerare lo stress, auto-motivarsi, saper gestire le relazioni, essere Leader ed essere consapevoli di ciò che ci accade intorno.” Diviene quindi fondamentale saper controllare le proprie emozioni, specialmente per un Arbitro. Per far questo Claudio ha sottolineato il ruolo che il conoscersi e osservarsi richiede: identificare le proprie emozioni, utilizzarle in modo funzionale agli avvenimenti, comprendere i motivi che ci portano ad agire e/o reagire in un dato modo, e saperle gestire divengono passi estremamente importanti per un arbitro. Le emozioni, ha proseguito, si manifestano attraverso la nostra voce (tono, intensità e volume), le reazioni espressive, il non verbale e la prossemica. L’ultima parte ha visto affrontare il tema della doppia partita che ognuno di noi affronta sul terreno di gioco: una dentro di noi e l’altra fuori. La prima è incentrata sui movimenti che le emozioni hanno in noi durante la gara e come esse si susseguono rapidamente tra loro, e la seconda legata al comprendere ciò che c’è intorno a noi. La somma di tutto questo fa’ in modo che sia noi possiamo influenzare l’ambiente e viceversa Attraverso la visione di due video ha voluto far vedere come le emozioni si “attaccano” tra persona e persona ed è fondamentale per l’Arbitro “essere consapevole di ciò.” In conclusione Gavillucci ha voluto lasciare due strumenti: l’uso del respiro per il benessere psicofisico in situazioni di difficoltà e l’ancoraggio come interruttore emozionale, inteso come l’invito una volta riconosciuta un’emozione a memorizzarla in modo da saperla riconoscere nel tempo. Il Presidente ha ringraziato Claudio per l’intervento e per i preziosi consigli dati che si applicano non solo alla parte arbitrale ma anche alla vita di tutti i giorni.

Nella varie foto Gavillucci di fronte alla folta platea, in diversi momenti della serata.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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