Sezione di Agrigento
Dopo Rodomonti e Abisso arriva Paolo Mazzoleni in visita alla Sezione AIA di Agrigento. Platea gremita per ascoltare l'arbitro internazionale che ha saputo "insegnare", nell'accezione del termine di "lasciare il segno", rivolgendosi agli associati giovani e meno giovani con cortesia, umiltà ed un pizzico di genuina ironia.
Una serata entusiasmante nella quale Mazzoleni, in Serie A dal 2004, ha catturato l'attenzione di tutti i presenti. A fare gli onori di casa il Presidente Gero Drago che ha sottolineato come «le riunioni con ospiti come Mazzoleni sono un momento di vera e propria formazione arbitrale».
Nel corso della serata sono intervenuti Angelo Caramanno, Vicepresidente del Comitato provinciale della Lega Dilettanti, e il Presidente onorario della Sezione arbitri di Agrigento Giuseppe Liberto che, emozionato, ha ricordato l'inizio della sua carriera arbitrale e gli anni trascorsi alla Sezione bergamasca, la stessa da dove proviene Mazzoleni.
Dopo la proiezione di un filmato sulla carriera dell'arbitro internazionale, che ha ricordato tra i tanti successi arbitrali, anche la sua visita nel 2014 nella Città della Valle dei Templi, l'ospite ha preso la parola e con semplicità è riuscito a coinvolgere tutti gli arbitri presenti. Durante la mattinata ha incontrato gli studenti di alcune scuole della provincia agrigentina, poi ha continuato il suo tour intrattenendosi con dei bambini portatori di disabilità. Obiettivo: diffondere la cultura dello sport e permettere ai tanti giovani di relazionarsi con uno degli arbitri più importanti del panorama internazionale. Mazzoleni è riuscito ad appassionare i tanti studenti che hanno partecipato agli incontri e che lo hanno tempestato di domande.
La stessa passione che ha coinvolto la platea durante la serata nella sede della Sezione degli arbitri agrigentini dove Mazzoleni, oltre 150 partite in Serie A, si è soffermato sulle esperienze vissute, sulla propria carriera e sul valore delle opportunità e su quanto queste facciano la differenza tra un arbitro bravo e un arbitro meno bravo. Sfodera un invidiabile eloquio tra aneddoti e battute: «Non serve essere eroi per fare l’arbitro, ci vuole soprattutto il piacere di divertirsi e tanta volontà. Iniziare ad indossare questa divisa è come intraprendere un viaggio di cui si conosce l’inizio ma non la fine. Un viaggio fatto di tappe non programmate ma costruite tutti i giorni».
Tante le domande e grandi applausi per Paolo Mazzoleni e un grazie sincero e commosso da parte di tutta la Sezione.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)