Sezione di Catanzaro
Angelo Galante, arbitro internazionale di Futsal e Presidente della Sezione di Ancona, ha partecipato all’ultima riunione tecnica, svoltasi il 25 novembre nella Sezione di Catanzaro, e, davanti ad una sala gremita in ogni ordine di posto, ha tenuto una lezione di altissimo livello, sia dal punto di vista tecnico che didattico, molta apprezzata da tutti i presenti.
All’incontro erano, altresì, presenti: Pasquale Fedele, componente del modulo Biomedico del Settore Tecnico dell’AIA; Ercole Vescio, responsabile del Futsal del Comitato Regionale Arbitri della Calabria; Enrico Caruso, componente del CRA Calabria; Fabio Garcea, collaboratore del CRA Calabria nel settore del Futsal; Gennaro de Falco, Mentor per quanto concerne il Futsal della regione Calabria. Il Presidente sezionale Francesco Falvo ha aperto i lavori, presentando l’ospite mediante un video curato da Fabrizio Colosimo e Fabio Garcea.
Il gradito ospite, dopo aver espresso i suoi sinceri ringraziamenti per l’accoglienza ricevuta, ha subito sottolineato la positività e bellezza dell’esperienza umana derivante dall’attività arbitrale. Lo sport, infatti, aiuta le persone a conoscere i propri limiti ed i propri difetti. Questa conoscenza stimola l’atleta e l’arbitro a correggere i propri difetti ed a migliorarsi; chi pensa di non migliorarsi, non ha margini di crescita. Il segreto, nella vita e nello sport, è quello di non sentirsi mai arrivati. Ha quindi distinto la figura di chi fa l’arbitro da colui che è arbitro. Chi fa l’arbitro, ha precisato il relatore, si limita a dirigere una gara; chi è arbitro, invece, studia, si allena, si applica, cerca di migliorare i propri difetti.
Angelo Galante, utilizzando delle slide e dei video, ha illustrato, in maniera efficace e molto pragmatica, il concetto dell’autorevolezza. L’arbitro autoritario si pone in modo sbagliato nei confronti dei giocatori e degli spettatori e non viene accettato. L’arbitro autorevole, invece, si impone mediante il suo carisma; l’arbitro autorevole è colui che ha la capacità di saper fare accettare i suoi errori, non crea tensione tra i contendenti e non inasprisce gli atteggiamenti del pubblico.
L’arbitro internazionale, passando dalle parole ai fatti, ha mostrato, alla platea, una serie di filmati, relativi ad alcune gare, da lui dirette, nel campionato italiano ed in campo internazionale, con cui si è sviluppato un piacevole e stimolante contraddittorio con i presenti; il relatore, inoltre, attraverso la visione dei filmati, ha fornito la dimostrazione pratica tra il comportamento autorevole ed autoritario. L’arbitro autorevole sa leggere la gara, adotta provvedimenti disciplinari efficaci, sorride al momento opportuno, utilizza toni pacati, proferisce poche e semplici parole, ma efficaci, nei richiami verbali o in occasione dei provvedimenti disciplinari. Non serve urlare, non devono essere messe le mani addosso i giocatori e bisogna, in maniera categorica, evitare atteggiamenti di confidenza o, peggio, offensivi nei confronti dei giocatori e dirigenti.
Angelo Galante, offrendo in visione i video del suo repertorio, si è soffermato, con grande umiltà, sugli errori, da lui commessi, analizzandoli in maniera chirurgica. La visione delle immagini ha fornito, al relatore, l’occasione per ribadire un concetto cardine della prestazione arbitrale: la capacità di continuare ad arbitrare, bene e sereno, dopo un errore. Orbene, secondo Angelo Galante, la forza dell’arbitro, dopo un errore, è quella di cancellare mentalmente l’errore e restare concentrati; uno dei pregi più importanti di un arbitro, infatti, è la concentrazione.
Il relatore ha concluso il suo applauditissimo ed apprezzato intervento, con la seguente riflessione: «Arbitrare non è sacrificio, ma gioia e passione».
In alto Angelo Galante che ha appena ricevuto una targa ricordo. In gallery altri scatti durante la riunione tecnica e alla fine di essa.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)